La Trasformazione della proposta Tradizionale :
da “La Grande Foresta” a “il Sarvan della Cabotina”
La lavorazione delle piccole statuette votive in terracotta inizia non come un’idea originale ma come parte di una arcaica pratica cultuale. Verso la fine degli anni 80’, Giuliano, autonomamente, inizia a realizzare le prime piccole sculture in argilla naturale, essendo questo l’unico materiale conforme alle esigenze della Tradizione. Sono piccoli animali totemici e semplici rappresentazioni di spiriti benevoli (eudaimones).
I soggetti così realizzati non venivano commercializzati ma utilizzati nei luoghi adeguati della casa o posti a presidio di luoghi naturali particolarmente sensibili. A partire dagli anni 90’ si decide di mettere a disposizione, avendone testato la qualità e la coerenza, i manufatti attraverso la partecipazione a selezionati mercatini artigianali ed esposizioni.
La nascita de
“La Grande Foresta”
È solo nel 95 che il laboratorio delle terracotte Tradizionali diventa un locale gestito e aperto al pubblico. Il primo nome che viene dato a questo luogo è «La Grande Foresta» e per la sua apertura viene scelto un luogo tanto particolare quanto adatto a tale tipo di lavorazione. In questa struttura le piccole sculture si sviluppano in forme sempre più varie e raffinate non tradendo mai, però, lo spirito originario ovvero: materiale, tempi e modalità creative. «La Grande Foresta» cambia il nome nel 2008 diventando «Il Sarvan della Cabotina». Il nome «Sarvan» quale figura leggendaria presa a prestito dalle tradizioni locali dell’alta Valle Argentina e il nome «Cabotina» come la località conosciuta quale luogo delle streghe nelle immediate vicinanze di Triora, noto come paese delle streghe.
Un nuovo capitolo:
il Negozio Online
È importante osservare, come soprattutto, a partire dagli anni 2000 il crescente interesse e curiosità per le leggende, la mitologia e le figure, ovvero i soggetti ad esse correlate abbiano fatto da stimolo alla produzione di un sempre crescente numero di rappresentazione di fate, gnomi e folletti. Detta offerta, sempre più industrializzata e commercialmente diffusa, ha per tal via saturato e snaturato un “interesse” fatto di piccole cose uniche e preziose, appesantendo e infine annoiando un pubblico sempre più distratto e indifferente a delicate suggestioni sottili. A partire dal 2024, si è deciso di utilizzare i mezzi tecnologici e digitali per ampliare la platea delle persone potenzialmente interessate ad una proposta così esclusiva e di nicchia. L’obbiettivo di questa non facile scelta è di darsi la possibilità di continuare a mantenere una piccola magia ancora accessibile. Per tale finalità è stato scelto un nome assai evocativo, il mitico Trialbero luogo simbolico di protezione ed incontro e Quadrifogli quale anomalia naturale fortunata e di non facile reperibilità.
La missione continua
« Le acque ritornano al mare e i monti al piano. Il fuoco ritorna alle stelle e i figli tornano a casa. Vi sarà cosi ancora spazio e tempo e una buona ragione per attraversarli. »
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